La lettera scarlatta della maternità

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By admin
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August 30, 2023
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Perché è fondamentale liberare le donne del peso culturale, economico, politico e piscologico della maternità

Sessismo colloquio di lavoro

In una diretta su LinkedIn con Laura Venturini, CEO di Quindo, abbiamo parlato di come gli stereotipi e i ruoli di genere possano ostacolare la carriera delle donne. Ho deciso di portare la discussione sui profili di Cara, sei maschilista!, su Instagram e chiedere alle 45K follower di raccontarmi le esperienze sessiste vissute in fase di colloquio di lavoro.


Mentre su LinkedIn leggo ogni giorno articoli e commenti interessantissimi sull'importanza del lavoro femminile per la crescita del paese e sulle politiche aziendali per l'empowerment femminile, la vita reale, quella con cui si confrontano le donne italiane, è molto diversa. Tutto questo entusiasmo per valorizzare la presenza femminile negli ambienti di lavoro sembra una nuvola carica di pioggia, di quelle che passano sopra la testa velocemente, ma che finiscono per scaricarsi altrove.


Ho ricevuto un centinaio di testimonianze e non è molto difficile immaginare quale risposta abbia letto ripetutamente, messaggio dopo messaggio:


"Mi hanno chiesto se ho figli o se ho intenzioni di averne."


Il Codice per le pari opportunità (articolo 27) è chiaro e vieta tale discriminazione: in fase di selezione attraverso il riferimento allo stato matrimoniale o di famiglia, alla gravidanza, nonché alla maternità o paternità, anche adottive.
Tuttavia, chi studia e lavora sulle questioni di genere sa bene che le regolamentazioni sono importanti, ma se isolate e non supportate da strumenti concreti e da condizioni sociali e culturali tali da permettere un'applicazione efficace lasciano il tempo che trovano in una società ancora impregnata da stereotipi, pregiudizi e discriminazioni di genere.
Non si può negare che la conciliazione tra lavoro e famiglia sia un problema concreto per le donne italiane, con la mancanza di politiche pubbliche e di strutture a sostegno delle famiglie. Ma il fattore culturale che scarica il peso economico, sociale, pratico e psicologico della genitorialità sulle spalle femminili è determinante per creare la tempesta perfetta, e nessuna donna è al sicuro in mezzo a questa tempesta.


L'idea che avere un figlio e prendersene cura sia un compito femminile non ci ha mai abbandonato.


È viva quando chiediamo alle giovani donne quando avranno un figlio.


È viva quando domandiamo alla collega se non si sente in colpa per aver lasciato il bambino all'asilo.


È viva quando diciamo che "la mamma è la mamma".


È viva quando diciamo al dipendente che può rimanere più tempo in ufficio poiché ha la moglie a casa che si prenderà cura dei bambini.


È viva quando chiamiamo il gruppo WhatsApp della scuola "gruppo delle mamme".


Questo immaginario profondamente radicato è come una lettera scarlatta ricamata sul petto di ogni donna, che voglia figli o no, che abbia figli o no, che possa avere figli o no. Finché le donne non saranno libere da questa impronta, quella che chiamo la "Maternità Dovuta", e finché la genitorialità non verrà riconosciuta e vissuta effettivamente come una scelta condivisa e di responsabilità collettiva, continueremo a perdere per strada il contributo, il talento e le potenzialità della metà della popolazione.

Io sono Karen Ricci, consulente per la parità di genere e DE&I, autrice, content creator e podcaster contattami per una chiacchierata: caraseimaschilista@gmail.com